Sono trascorsi 20 anni dalla nascita del centro stile Lamborghini, proposto da Walter de’ Silva, quando era responsabile del design del gruppo Audi, e divenuto pienamente operativo nel 2005. All’epoca, Luc Donckerwolke, che firmò due modelli fondamentali come la Murciélago V12 del 2002 e la Gallardo V10 del 2004, lasciò in eredità a Filippo Perini, subentrato al vertice design della casa del toro nel 2006, una responsabilità importante.
L’italiano raccolse la sfida realizzando con il suo team le varie Murciélago LP 640 nel 2006, la roadster e la LP 670-4 SuperVeloce nel 2009, insieme alle versioni Spyder, Superleggera e Performante della Gallardo. Nel 2007 firmò la Reventón V12 traendo ispirazione da concetti aeronautici, nel 2011 l’Aventador, nel 2012, pose le basi per la Urus, mentre nel 2013 realizzò la Huracán. Con Perini ci fu spazio anche per serie limitata della Sesto Elemento, nel 2010, per le few-off estreme Veneno coupé e roadster del 2013, e per i concept Estoque del 2008 ed Asterion del 2014.
Nel 2016 a capo del design della casa di Sant’Agata Bolognese arrivò Mitja Borkert, tutt’ora al vertice del centro stile, i cui spazi nel frattempo vennero raddoppiati, mentre il team passò da 7 a 25 membri.
Il designer tedesco proveniente da Porsche, ha seguito l’evoluzione di Aventador S e SVJ, Huracán Performante ed ha avuto il compito di finalizzare la Urus. Nel 2017 è arrivato il concept elettrico Terzo Millennio, sviluppato con il MIT, seguito dalla few-off Sián e dalla Countach LPI 800-4. Oltre all’evoluzione della Urus, sfociata nella variante ibrida plug-in, sotto la direzione di Borkert sono nate la Revuelto, la Temerario e la few-off Fenomeno.
“Essere a capo del design Lamborghini significa essere visionari – ha affermato Borkert – noi dettiamo i trend, non li seguiamo. Il nostro team, così vario per culture e talenti, è unito dalla stessa passione e dall’impegno per Lamborghini come marchio italiano di super sportive. La nostra storia di design, con oltre sessant’anni di modelli iconici, ci offre una base solida da cui trarre ispirazione. Ma ciò che ci definisce è la capacità di coniugare questa eredità con una visione costante del futuro”.
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