La Cina lancia un duro avvertimento al Messico che valuta l’ipotesi di dazi al 50% all’import delle sue auto.
Il ministero del Commercio ha invitato il Paese centroamericano a “pensarci due volte” prima di procedere, mettendo in chiaro la volontà mandarina a reagire contro un’azione valutata come un cedimento alle pressioni Usa.
“Qualsiasi aumento unilaterale dei dazi da parte del Messico, anche nel quadro delle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), sarebbe visto come un atto di compiacenza e un compromesso verso una prepotenza unilaterale”, ha riferito un portavoce, chiedendo al Messico “estrema cautela”.
“Esortiamo la parte messicana a esercitare estrema cautela e a riflettere con attenzione prima di intraprendere qualsiasi azione”, ha aggiunto il portavoce. Il Paese centroamericano, sotto pressione per non fungere da porta secondaria per le merci cinesi che entrano negli Stati Uniti, ha proposto un dazio del 50% sulle importazioni di automobili da Pechino, in aumento rispetto al 15-20% stimato in origine.
L’iniziativa, contenuta nel disegno di legge presentato dal governo al Congresso, mira a rassicurare il presidente Usa Donald Trump, che ha ripetutamente esortato i partner commerciali ad aumentare i dazi sulla Cina, rafforzando al contempo il settore industriale messicano. La Casa Bianca ha affermato che i produttori del Dragone stanno abusando di un accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada per inviare merci attraverso il confine messicano senza dazi doganali. Anche la presidente messicana Claudia Sheinbaum si è lamentata dell’impatto delle importazioni cinesi sulla produzione nazionale, e il disegno di legge precisa che l’aumento dei dazi vuole tutelare 19 settori industriali considerati “strategici”, oltre che proteggere 325.000 posti di lavoro.
Il Messico ha sostituito la Cina nel 2023 come principale partner commerciale degli Usa, con Washington che assorbe oltre l’80% del suo export. Quasi tre milioni di automobili sono spedite ogni anno dal Messico agli Usa, inclusi auto e camion assemblati in loco da case americane. Secondo i dati ufficiali, due veicoli leggeri su 10 venduti in Messico sono made in China cinesi. Le vendite nel settore sono cresciute del 10% nel 2024. Diversi colossi automobilistici, tra cui le americane General Motors e Ford, la tedesca Volkswagen e le giapponesi Nissan, Honda e Toyota, hanno impianti in Messico. In basse alla formulazione del disegno di legge, la stretta tariffaria colpirebbe anche Corea del Sud, India, Indonesia, Russia, Thailandia e Turchia.