Tra i servizi comunali il settore
della polizia locale espande le proprie attività, con una
particolare attenzione alla sicurezza urbana e stradale.
Tuttavia, i divari territoriali restano ampi: i grandi comuni
del Nord consolidano performance elevate, mentre in molte aree
del Sud l’offerta di servizi resta ridotta, con un impatto
evidente sulla capacità di garantire ordine e sicurezza. Anche
all’interno di aree geografiche omogenee si assiste a modelli
che performano in modo molto differenziato.
È Questo è il quadro complessivo delineato dalla Relazione
annuale del Cnel sui servizi pubblici 2025, presentata lo scorso
ottobre. Tra i dati più rilevanti quello sulla spesa media, che
è pari a 54,7 euro pro capite (dati 2022), sostanzialmente
stabile (+0,5%) rispetto all’anno precedente, quindi in
contrazione reale per effetto dell’inflazione. Si va dagli 89,6
euro in Liguria ai valori minimi del Molise, con 29,5 euro.
Il Rapporto Cnel sui servizi pubblici rivela che le
performance dei servizi di polizia locale (ogni 1.000 abitanti)
sono in aumento: gli incidenti gestiti sono 3,5 (+8%); le
contravvenzioni sono 540, di cui 319 con strumenti automatici,
ad esempio autovelox (+22%); le rimozioni di veicoli sono 5
(+16%), i fermi e sequestri amministrativi sono 2,1 (+15%). La
Liguria conferma un livello di servizi particolarmente elevato
(prima per tutti gli indicatori eccetto le sanzioni attraverso
mezzi strumentali), mentre la Calabria resta in fondo alla
graduatoria. L’attività si concentra soprattutto nei grandi
comuni, seppur con differenze tra aree geografiche: nel Sud
permane una minore intensità rispetto a Centro e Nord, eccetto
per le sanzioni elevate senza mezzi strumentali. Tra le altre
attività della polizia locale si evidenzia anche la crescita di
fermi e sequestri amministrativi (+15%).
L’indice di livello dei servizi di polizia locale – così
come rilevato dal Rapporto CNEL – conferma il tradizionale
divario territoriale, con il Nord che presenta valori mediamente
più elevati rispetto al Sud, pur con alcune eccezioni
significative. Con riferimento ad un benchmark nazionale medio
di 4,1 punti, la Liguria mantiene il valore più alto di 5,9
punti (in lieve calo rispetto ai 6,1 precedenti), seguita da
Emilia-Romagna (5,0, +15%) e Toscana (4,9, +7%). Il Mezzogiorno
si colloca su valori più contenuti, 2,9, con la sola eccezione
del Molise che, grazie a un incremento del 33%, passa da 1,7 a
2,3, superando la Calabria, ferma a 2,1. Il Veneto, invece, con
3,4 punti registra un arretramento che lo avvicina
progressivamente ai valori medi del Sud. L’analisi per area
geografica e dimensione evidenzia che i grandi comuni (oltre
100.000 abitanti) continuano a fornire i livelli di servizio più
elevati ma con una spesa sensibilmente superiore, ma non al Sud.
Nei comuni sotto i 5.000 abitanti la spesa resta contenuta ma si
confermano livelli di servizio inferiori.
Automobile Magazine – Italia





































































































