“La mancanza di sensibilità
dell’Europa è grave. Non ci basta che ci siano equilibrismi
strani a livello di Commissione tra le varie parti politiche,
abbiamo l’esigenza immediata di una forte dí discontinuità e di
mettere mano a un programma che si è dimostrato assolutamente
irraggiungibile perchè non teneva conto della variabile
fondamentale che è il mercato”!. Lo ha affermato il presidente
dell’Anfia, Roberto Vavassori, a Torino per il Salone Auto.
“Abbiamo investito oltre 250 miliardi di euro in
pochissimi anni – ha aggiunto – per una virata verso
l’elettrico. Qui al Salone si vedono modelli bellissimi e pieni
di tecnologia, molto ben disegnati, adesso dobbiamo farli
diventare un strumento di transizione insieme alla neutralità
tecnologica perche’ indipendentemente dal powertrain, noi
abbiamo bisogno in Europa di costruire e vendere almeno
diciassette, diciotto milioni di veicoli all’anno”.
Secondo Vavassori l’ibrido “anche se dal punto di vista
puramente ingegneristico è una mezza follia perché è il doppio
di tutto: ha un motore elettrico, un motore endotermico, una
batteria e un serbatoio, è sicuramente uno degli strumenti per
affrontare la transizione. Arriveremo al 2035, non
dimentichiamolo, con un parco auto europeo, di 250 milioni di
auto, che in larga parte non saranno elettrificate e avremo
almeno fino al 2050 da pensare con quali vettori energetici
alimenteremo le centinaia di milioni di veicoli che avremo per
le strade europee”. Vavassori ha ricordato che l’Anfia sta
proponendo insieme al governo già oggi un piano europeo
decennale di aiuto al rinnovo del parco europeo attuale. E’
folle – ha concluso – parlare di decarbonizzazione al 2035 e non
parlare delle cose che dobbiamo fare adesso”.
“Uno studio fatto a livello europeo, a cui Anfia ha
partecipato – ha detto – parlava di 600-700 mila posti di lavoro
persi se non si fosse governata bene la transizione, cosa che in
effetti non stiamo facendo”.
“Ieri un grosso componentista tedesco (Bosch, ndr) ha
annunciato 13 mila tagli, che si vanno ad aggiungere ai 50 mila
già annunciati da altri costruttori europei, anche italiani
nella prima parte del 2025, che vanno a sommarsi agli oltre 100
mila già persi nel 2024. Questi sono numeri concreti e anche se
mettessimo molti punti di ricarica in più non li recuperiamo.
Quindi dobbiamo governare la transizione” ha osservato
Vavassori.
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