L’allineamento delle accise si
traduce in un danno per gli automobilisti. Lo afferma il
Codacons dopo le notizie emerse circa le nuove misure allo
studio del governo.
“L’aumento delle accise per 1,5 centesimi di euro scattato lo
scorso 15 maggio ha determinato una maggiore spesa per un pieno
di diesel, considerata anche l’Iva, di +0,915 euro, +21,96 euro
all’anno nell’ipotesi di due pieni al mese – spiega il Codacons
– I proprietari di auto a benzina avrebbero dovuto godere di una
identica riduzione di spesa, considerando che l’accisa sulla
verde sarebbe dovuta diminuire in egual misura. Tuttavia così
non è stato”, affermano i consumatori.
Se il prezzo del gasolio alla pompa è salito immediatamente per
effetto del riallineamento, quello della benzina non ha
registrato un identico calo, e le riduzioni dei listini nei
giorni e nelle settimane successive all’ entrata in vigore della
misura fiscale sono state minime – sostiene l’ associazione –
“Ciò ha creato un evidente squilibrio che ha danneggiato le
tasche dei consumatori”. Ricordiamo infatti che in Italia, su un
parco auto circolante pari a 40,5 milioni di vetture, il 42% è
la quota di quelle alimentate a benzina, 40,9% quelle a gasolio.
Questo significa che ad oggi circolano nel nostro Paese circa 17
milioni di auto a benzina, e oltre 16,6 milioni di auto diesel.
“Se il governo vuole accelerare sulla strada del riallineamento
delle accise deve anche studiare misure per garantire i diritti
dei cittadini ed evitare distorsioni del mercato che vanno a
danno degli automobilisti – afferma il Codacons – Vanno
previsti cioè controlli serrati e sanzioni verso tutti gli
attori della filiera dei carburanti che, allo scattare del
taglio dell’accisa sulla benzina, non applichino le previste
riduzioni dei prezzi alla pompa”.
Automobile Magazine – Italia