“Allineare a 67,29 centesimi al litro
l’accisa sia per il diesel che per la benzina significa una
stangata per gli automobilisti pari a 694,4 milioni nel 2026 e a
quasi 3 miliardi (2962,4 milioni), dal 2026 al 2030”, afferma
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
   
“E’ quello che risulta dalle tabelle della legge di Bilancio.
   
Se, infatti, il gettito effettivo dello Stato sarà minore, 552,4
milioni nel 2026 e 1818,9 dal 2026 al 2030, quasi 2,6 mld
(2571,6 mln) fino al 2033, è solo perché parte dei soldi pagati
dagli automobilisti sono di spettanza delle regioni a statuto
speciale e delle province autonome e perché vanno poi detratti i
rimborsi per il gasolio commerciale e per i taxi, sotto forma di
crediti d’imposta, ma questo nulla toglie al fatto che quei
soldi sottratti all’erario verranno comunque pagati, anticipati,
da chi ha una vettura a gasolio” prosegue Dona.
   
“Considerando il numero di autovetture a gasolio circolanti
significa una tassa da oltre 42 euro per il solo 2026, oltre 180
euro dal 2026 al 2030. Per questo se il Governo non vuole, nella
peggiore tradizione italica, considerare gli automobilisti dei
polli da spennare, deve riallineare le accise ad un livello
inferiore rispetto al valore intermedio attuale” conclude Dona.
   
Automobile Magazine – Italia






































































































