Che fine ha fatto la piattaforma
telematica per il censimento degli autovelox installati in
Italia, annunciata a più riprese dal ministero dei Trasporti? Se
lo chiede il Codacons, che ricorda come i Comuni abbiano 60
giorni di tempo dalla effettiva partenza di tale piattaforma per
comunicare tutti i dati sugli autovelox al Ministero, pena lo
spegnimento degli apparecchi.
Dopo l’allarme lanciato dal Codacons lo scorso agosto circa i
ritardi nella pubblicazione del decreto attuativo del Mit sul
modulo telematico da fornire ai Comuni, indispensabile per
comunicare i dati richiesti circa la localizzazione, la
conformità, il modello e l’omologazione degli autovelox, il
ministero ha emanato lo scorso 18 agosto il provvedimento tanto
atteso. Un decreto attuativo che disciplina le modalità di
istituzione, funzionamento e raccolta dei dati della piattaforma
telematica relativi ai dispositivi per l’accertamento della
violazione dei limiti di velocità.
Tuttavia lo stesso decreto, all’art. 6, stabilisce che “Ai
fini dell’avvio operativo della piattaforma telematica, il
presente decreto acquista efficacia dalla data indicata con
successivo provvedimento del Direttore Generale per la
motorizzazione pubblicato sul portale istituzionale del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”. Da tale data,
ricorda il decreto, i Comuni avranno 60 giorni di tempo per
comunicare i dati richiesti, e chi non si adeguerà dovrà
spegnere gli autovelox installati sul proprio territorio.
Chiediamo oggi al Mit di accelerare sulla pubblicazione
dell’annunciato provvedimento del Direttore Generale per la
motorizzazione, perché attualmente sul fronte degli autovelox
regna una situazione di caos e incertezza che danneggia sia gli
automobilisti, sia gli enti locali, sia la sicurezza stradale –
conclude il Codacons.
ITALIA