Dopo l’emozionante ritorno a Milano della scorsa primavera in occasione della Design Week (un evento che lo ha riportato al costruttivo periodo di lavoro in Alfa Romeo, ad Arese) Wolfgang Egger, design director della cinese Byd ha voluto ripercorrere un’altro tratto della sua importante carriera, quello in cui tra il 1998 e il 2001 è stato capo designer di Seat presso la sede di Martorell, alle porte di Barcellona. Durante un incontro organizzato dalla Associació Premsa Motor de Catalunya, Egger ha trasferito – non senza coinvolgimenti emotivi – la filosofia e i valori della sua professione (maturata fra Arese, Barcellona, Wolfsburg e Ingolstadt) confkuiti nel prestigioso incarico di responsabile di un team di 1.200 persone che in Cina, nella sede di Byd a Shenzhen, lavora contemporaneamente fino a 35 progetti di stile. Partendo dal ruolo che gioca l’ispirazione europea nel linguaggio di design del nuovo brand premium Denza, Egger ha detto che “per costruire un marchio questo non può essere fatto semplicemente creando un’auto, lanciandola sul mercato e definendola premium”. “Un marchio nasce da una missione e, nel caso di Denza, l’attenzione è rivolta all’eleganza in movimento. Questa è l’origine della storia che ci guida, non solo quando spiego perché abbiamo un certo elemento di design qua e là. È anche una storia emozionante che si può percepire, senza parole, quando si vede l’auto, la si possiede o la si guida”. Elementi questi che “si possono vedere e toccare, e anche immaginare, quasi come in una fantasia. Solo se si riesce a far muovere tutto questo nella stessa direzione, e se il cliente si sente a suo agio e si sente coinvolto, si creerà davvero un marchio”. Egger ha stupito i giornalisti della Associació Premsa Motor de Catalunya menzionando l’importanza della seta nei design Denza. “Bisogna osservare il modo in cui la seta scorre, come cade quando ricopre le forme di un’auto – ha detto – Basta prendere una scultura, come è la Denza Z9GT, e ricoprirla di seta. Confrontiamo lo stesso oggetto se al posto della seta si usa un tessuto di cotone”. “Sappiamo già cosa succede: la seta cade naturalmente e ricopre l’oggetto, ma rivela comunque la bellezza di ciò che nasconde sotto la superficie. Un’altra caratteristica fondamentale che conferisce alla seta la sua bellezza sono i suoi colori naturali”. “Il materiale ha una ricca tradizione e i suoi colori hanno migliaia di anni; sono colori che non sbiadiranno mai, saranno sempre bellissimi. Poi c’è la superficie stessa; basta toccare la seta e vedrai che non ci sono dubbi. È, semplicemente, una delle cose più belle che si possano toccare nella vita”. Una visione che potrebbe essere definita poetica, E che fa il paio con quanto Egger aveva proprio dichiarato alla Design Week. “Il design non si limita alla definizione di superfici e sagome – aveva detto in una intervista a Wired – ma interviene sulla qualità dell’esperienza: influenza la percezione, orienta i comportamenti, traduce funzionalità complesse in forme leggibili e confortevoli. In un contesto in cui molte funzioni sono automatizzate, la tecnologia diventa invisibile e l’interazione tra persone e macchina diventa più sottile”.
Automobile Magazine – Italia






































































































