Florent Ménegaux, ceo del colosso dei pneumatici Michelin, ritiene che il ritmo della trasformazione verso il veicolo elettrico imposta all’industria automobilistica sia “quasi impossibile” da sostenere.
Il passaggio ai modelli elettrici è “inevitabile”, ma “dobbiamo poter scegliere il ritmo”.
Lo ha detto aggiungendo che bisogna “ascoltare gli industriali e i clienti”.
Il numero uno del Gruppo di Clermont-Ferrand lo ha ribadito durante un’audizione al Senato francese a cui era stato convocato per fornire maggiori dettagli sulle pressioni che deve affrontare il settore automobilistico in generale e il business dei pneumatici in particolare. Ménegaux lo ha fatto fornendo nell’intervento di circa due ore un quadro della situazione – con molti dei concetti già espressi in altre dichiarazioni – ed in cui ha descritto gli sforzi sostenuti da Michelin per lo sviluppo del prodotto e e dell’innovazione nella fabbricazione.
Ha però spiegato che le aziende europee del settore pneumatici si trovano “ad affrontare una massiccia invasione” di prodotto importato dai mercati asiatici dove i costi di produzione sono molto bassi. Per rispondere a questa situazione il ceo di Michelin ha chiaramente sostenuto che “servono meno costi e meno tasse per poter far fronte all’invasione asiatica”.
Michelin chiede espressamente alle autorità francesi ed europee di sostenere i produttori europei con una migliore politica dei costi energetici e della tassazione questo “per una maggiore parità di condizioni in termini di competitività globale”. Ammettendo che Michelin ha perso quote di mercato negli ultimi due decenni, “ma si è stabilizzata in termini di valore negli ultimi 10 anni” nonostante i volumi siano ancora in calo, Menegaux ha detto che l’azienda rimane leader mondiale nel settore dei pneumatici e affronta le stesse sfide degli altri concorrenti premium.
Sono la sovraccapacità globale, le tensioni geopolitiche e la coda degli effetti del Covid-19, che – ha detto – “hanno contribuito a inasprire le difficoltà del settore”. Ed ha ricordato che i costi di produzione di Michelin in Europa e negli Stati Uniti “sono aumentati in modo significativo rispetto all’Asia a causa dei costi energetici e dell’inflazione”.