Pulita, ultra compatta e, soprattutto, economica al punto da costare tra i 15 e i 20 mila euro. Molto meno quindi di un’auto elettrica standard che può aggirarsi anche oltre i 40mila. Bruxelles porta avanti il suo disegno per un futuro “tutto elettrico” per l’automotive e si prepara a gettare entro l’anno le basi della nuova generazione di piccole e-car europee economiche, come annunciato da Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione.
“Sosterremo i costruttori automobilistici per immettere sul mercato modelli” di piccole auto pulite “che potrebbero costare tra i 15 e 20mila euro”, ha anticipato Stéphane Séjourné a confronto con il Consiglio Ue Competitività, facendo il punto sull’ultimo confronto con il settore dell’automotive. La misura, a detta del vicepresidente della Commissione Ue, stimolerà la domanda di veicoli elettrici e “rafforzerà la produzione europea” rilanciando un segmento di auto che oggi non è considerato nel mercato europeo ma prende ispirazione dalle compatte kei car giapponesi. Sull’iniziativa Roma rivendica un ruolo di primo piano pur chiedendo che il futuro segmento non si limiti al solo elettrico. “E’ una misura necessaria che abbiamo sollecitato”, ha sottolineato il ministro Adolfo Urso, pur avvertendo che è necessario che sia “alimentata anche da altri carburanti, non soltanto dall’elettrico, per essere accessibile a tutti”.
Mantenere la rotta sulla transizione all’elettrico “ma con più pragmatismo” è la promessa che, dopo mesi di pressioni su Palazzo Berlaymont, le capitali e i colossi dell’automotive sono riusciti a strappare a Bruxelles. “Il settore dell’auto sta collassando in Europa”, ha denunciato con forza Urso che torna a incalzare Bruxelles ad affrontare la transizione “con realismo, senza paraocchi ideologici”.
Per Roma il futuro dell’auto europea “passa da neutralità tecnologica e flessibilità” e non è la sola a chiedere un intervento guidato da realismo per rivedere le “follie” del Green Deal. Da Berlino a Parigi, passando per Vienna, Praga e Madrid il monito all’Ue è il medesimo ed è ad “agire subito” per strappare il comparto dalla morsa della crisi.
Quella sulle e-car europea è solo la prima di una serie di iniziative per l’automotive che l’Ue presenterà nei prossimi tre mesi – tra queste anche l’elettrificazione delle flotte aziendali, un’alleanza industriale sulle auto a guida autonoma e una proposta per la produzione di batterie – per sostenere il comparto. Ma il momento della verità arriverà solo con la revisione del regolamento sulle emissioni CO2 che dal 2035 imporrà lo stop a motori termici diesel e benzina che l’esecutivo Ue promette di portare avanti con “pragmatismo” e soprattutto in tempi rapidi, con i primi annunci sulle “opzioni” da mettere in campo in arrivo già a fine anno.
L’obiettivo di nuove auto a emissioni zero al 2035 rimane intoccabile, almeno nella forma. Ma sul tavolo di Bruxelles già ci sono diverse opzioni di flessibilità per andare incontro alle richieste delle industrie, tra tutte quella di mantenere sul mercato i veicoli ibridi plug-in e range extender qualche anno dopo la tagliola prevista dal 2035.
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