Una conferma ufficiale ancora non c’è ma qualcosa sta filtrando da Volkswagen: senza chip, l’azienda tedesca potrebbe interrompere la produzione. E già dal prossimo mercoledì, quando potrebbe fermarsi proprio nello storico stabilimento di Wolfsburg la produzione della Golf. In una lettera ai suoi dipendenti, che molte testate tedesche hanno letto, l’azienda non ha nascosto le difficoltà e sembra siano già in corso anche colloqui per la cassa integrazione. Del resto, ieri Hildegard Mueller, presidente della Vda, l’organizzazione delle aziende del settore, aveva affermato: “se l’interruzione delle forniture di chip Nexperia non potrà essere risolta a breve termine, la situazione potrebbe portare già nel prossimo futuro a notevoli limitazioni della produzione, se non addirittura a un arresto della stessa”. Ecco perché oggi Bild ha persino annunciato che dopo la linea che produce la Golf, potrebbe fermarsi quella della Tiguan. E poi lo stop potrebbe coinvolgere anche gli altri marchi del gruppo, come Audi e Seat/Cupra. Certo, il quotidiano tedesco aggiunge che potrebbero esserci delle modifiche, che la produzione potrebbe non essere interrotta già mercoledì perché l’azienda potrebbe continuare a lavorare con le scorte, che però sono destinate ad esaurirsi se la situazione non dovesse modificarsi.
È la materializzazione di un problema noto perlomeno a partire dalla pandemia: la dipendenza dalle catene di fornitura e che, evidentemente, non è stato ancora risolto. Così la crisi tra Stati Uniti e Cina ha dato avvio ad un problema anche per l’Europa, dopo che il governo olandese ha deciso di assumere il controllo di Nexperia, di proprietà di Wingtech. Da qui la reazione cinese con il conseguente stop all’invio dei chip. La cui assenza si fa sentire nel settore automobilistico ma potrebbe rivelarsi solo la testa dell’iceberg. Secondo il quotidiano economico Handelsblatt la crisi potrebbe allargarsi: tutte le aziende europee operanti nel settore aerospaziale e della difesa utilizzano chip Nexperia provenienti dalla Cina, la percentuale sale al 95% nel settore dell’ingegneria meccanica e all’86% in quello della tecnologia medica, sulla base di un’indagine che Handelsblatt ha affidato a Prewave, una start-up austriaca che utilizza l’intelligenza artificiale per individuare tempestivamente i rischi nelle catene di fornitura globali.
Il 30 ottobre Volkswagen presenterà i dati relativi ai tre trimestri del 2025 ed è probabile che dovrà chiarire anche perché la resilienza che aveva promesso di voler costruire sia ancora lontana. Nel frattempo, l’azienda mette le mani avanti: “le cause delle difficoltà non risiedono nella gestione delle catene di fornitura del gruppo Volkswagen. Sono determinanti fattori esterni che riguardano questi singoli fornitori”, così ancora l’azienda tedesca ai suoi dipendenti. Un modo come un altro per chiedere alla politica di attivarsi e scongiurare una crisi che potrebbe avere conseguenze serie. Oggi il titolo ha continuamente perso in borsa man mano che aumentavano gli annunci sul possibile stop alla produzione.
Automobile Magazine – Italia