Non conosce sosta il piano di
ristrutturazione della Nissan, con la decisione di chiudere due
suoi studi di design, a San Diego, in California, e a San Paolo,
in Brasile, entro marzo 2026, trasferendo le loro attività e i
loro programmi in altre sedi. Le serrate lasciano la casa
automobilistica giapponese con solo cinque centri di
progettazione: due in Giappone e uno ciascuno a Los Angeles,
Londra e Shanghai. “Questa decisione strategica consente alla
nostra organizzazione di concentrarsi sull’innovazione a monte,
e sulla mobilità futura, migliorando al contempo la nostra
agilità creativa e il nostro vantaggio competitivo in un
panorama sempre più dinamico”, ha dichiarato in un comunicato
Alfonso Albaisa, a capo del design globale di Nissan,
aggiungendo che anche le attività in Giappone e a Londra saranno
in qualche modo ridimensionate. Nissan ha registrato una perdita
netta di 671 miliardi di yen, equivalenti a poco più di 4
miliardi di euro per l’anno fiscale concluso a fine marzo, a
fronte del rallentamento delle vendite negli Stati Uniti e in
Cina, mentre l’attuale incertezza sull’impatto dei dazi
statunitensi non consente alla terza casa auto nipponica di
pubblicare previsioni per l’intero anno fiscale. Con l’obiettivo
di ripristinare la redditività, riducendo la forza lavoro
globale e la capacità produttiva, Nissan intende consolidare il
numero dei suoi stabilimenti da 17 a 10, sia in patria che
all’estero, entro il 2027. Tra questi è prevista la cessazione
della produzione di veicoli nel suo storico stabilimento di
Oppama, nella prefettura di Kanagawa, a sud di Tokyo.
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