In vista della revisione del
Regolamento europeo sulle emissioni di CO₂ di autovetture e
veicoli commerciali leggeri, l’industria automobilistica europea
e i produttori di carburanti lanciano un appello congiunto alla
Commissione UE per un approccio più aperto e tecnologicamente
neutrale, che includa anche i carburanti rinnovabili tra gli
strumenti utili alla decarbonizzazione. Lo si legge in una nota
dell’Unem. Il documento unitario sottoscritto da numerose
associazioni nazionali, tra cui Unem e Anfia per l’Italia,
sottolinea che il raggiungimento della neutralità climatica
entro il 2050 richiede una revisione dell’attuale impianto
normativo, oggi basato sul Regolamento CO₂ per l’automotive e
sulle direttive RED ed ETS 2 per i fornitori. Questi strumenti,
se ben orientati, possono stimolare investimenti e innovazione
lungo tutta la catena del valore. Accanto alla mobilità
elettrica, infatti, i carburanti rinnovabili possono svolgere un
ruolo essenziale per ridurre rapidamente le emissioni del
trasporto stradale. Per questo i firmatari ribadiscono la
necessità di un quadro regolatorio più equilibrato e chiedono:
maggiore flessibilità negli standard di CO₂; parità di
trattamento tra veicoli nuovi e circolanti; introduzione di un
Carbon Correction Factor che contabilizzi le reali quote di
carburanti rinnovabili usate in Europa; una definizione
giuridica chiara e unica di “carburante rinnovabile”;
riconoscimento dei veicoli alimentati al 100% da tutti i
carburanti rinnovabili come veicoli a zero emissioni. Secondo
le Associazioni firmatarie, queste misure permetterebbero di
sfruttare appieno il potenziale dei carburanti rinnovabili e di
stimolare nuovi investimenti in tutta la filiera, contribuendo
in maniera concreta agli obiettivi climatici al 2050.
Particolarmente urgente, si legge nel documento, è
l’introduzione del Carbon Correction Factor (CCF). Oggi,
infatti, tutti i veicoli con motori a combustione interna sono
considerati dalla normativa come alimentati al 100% da
carburanti fossili, indipendentemente dal carburante
effettivamente utilizzato. Un’impostazione ormai superata, dato
che il mix europeo non è più interamente fossile. Il CCF
permetterebbe invece di riflettere in modo accurato il
contributo reale dei carburanti rinnovabili alla
decarbonizzazione. Ugualmente importante è il riconoscimento, in
tempi ristretti, dei veicoli alimentati esclusivamente con
carburanti rinnovabili come veicoli a emissioni zero,
consentendone l’ingresso sul mercato già prima del 2030. Una
scelta che amplierebbe l’offerta per i consumatori e
accelererebbe lo sviluppo di soluzioni a basse emissioni. “Mai
come oggi, ha dichiarato Gianni Murano, presidente Unem, è
necessario condividere un percorso insieme la filiera
dell’automotive. Questo documento congiunto dimostra chiaramente
la volontà di costruire un approccio pragmatico e
tecnologicamente aperto per raggiungere gli obiettivi climatici.
L’Europa non può permettersi di ignorare soluzioni già
disponibili, efficaci e capaci di ridurre le emissioni già
nell’immediato. I dati dimostrano che l’opzione ‘tutto
elettrico’ non soddisfa pienamente il mercato e i consumatori.
Se si vuole davvero puntare alla decarbonizzazione, e non solo a
un’unica tecnologia, ha concluso, è il momento di riconoscere la
realtà e investire in vere politiche industriali che permettano
all’Europa di vincere la sfida climatica”.
Automobile Magazine – Italia






































































































